Eleanor Roosevelt pioniera dei diritti
Non fu necessario attendere l’ingresso alla Casa Bianca a fianco del marito appena eletto presidente degli Stati Uniti, il 4 marzo 1933, per comprendere fino in fondo quale fosse il carattere e la personalità di Eleanor Roosevelt. Molti anni prima si era resa protagonista di un clamoroso gesto di sfida in famiglia che raccontava già molto di lei. Cacciò via in blocco il personale di servizio imposto dalla suocera, Sara Delano, e riempì la casa di servitori afroamericani. Era il 1919 e Washington era ancora una città duramente segregata e sconvolta da gravi disordini razziali. Eleanor Roosevelt avrebbe spiegato in seguito di non essersi mai pentita di quella scelta, «perché le persone di colore hanno il dono della gentilezza, sanno godere delle cose semplici della vita e affrontare i propri problemi con dignità». Il curioso aneddoto è uno dei tanti raccontati nelle pagine di Eleanor Roosevelt. Una first lady per il mondo (Edizioni Storia e Letteratura, pagine 220, euro 18,00), una nuova biografia basata interamente su fonti storiche in cui la giornalista Rossella Rossini ricostruisce lo straordinario percorso politico di una donna destinata a lasciare un segno indelebile nella storia del XX secolo.
Quando diventa first lady Eleanor ha 48 anni e un profilo autonomo rispetto al marito, il presidente Franklin Delano. È già una donna affermata che ha conseguito gran parte degli obiettivi che si era prefissa: ha partecipato alle battaglie per la conquista del suffragio femminile a livello federale, al varo di leggi contro le discriminazioni, alla creazione di agenzie governative per favorire l’occupazione e fornire forme avanzate di assistenza pubblica. In un’epoca in cui le donne avevano ancora un ruolo assai marginale nella vita pubblica, il suo attivismo nelle organizzazioni femministe, nei movimenti civili e pacifisti era stato straordinario. Per anni si era battuta per una vera parità di genere, per i diritti degli afroamericani e delle altre minoranze, contro povertà e discriminazione. Mentre fascismo e comunismo trionfano in Europa, il suo impegno contro il razzismo fa di lei una pioniera contro la segregazione e la “supremazia bianca”, denunciando apertamente la pratica del linciaggio. E per questo subisce duri attacchi da più fronti: non solo dal Ku Klux Klan ma anche dai conservatori interni e persino dall’Fbi.
Ma lei andò avanti dritta per la sua strada continuando a impegnarsi in quello che sentiva essere giusto e necessario per il progresso dell’umanità. Quando il successivo presidente Truman la nominò delegata degli Stati Uniti all’Assemblea Generale delle neonate Nazioni Unite lasciò ancora una volta il segno, impegnandosi nella ratifica della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo e lavorando fino all’ultimo dei suoi giorni per ottenerne l’attuazione. «Quello di Eleanor Roosevelt – scrive Furio Colombo nella presentazione – è un messaggio quanto mai attuale nel mondo di oggi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Una nuova biografia basata interamente su fonti storiche in cui la giornalista Rossella Rossini ricostruisce lo straordinario percorso politico della moglie del presidente Usa