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«Ma la Dad non è la soluzione»

L’ex-sottosegretaria Ugolini: «Il vero problema sono i genitori non vaccinati»

«Se fossimo davvero tutti in pericolo, allora dovremmo fare un nuovo lockdown generalizzato. Se, invece, così non è, perché, per esempio, rispetto all’anno scorso abbiamo il vaccino, non si capisce allora perché a chiudere dovrebbe essere soltanto la scuola ». Non nega la gravità della situazione sanitaria attraversata dal Paese, ma Elena Ugolini non vuole sentire parlare di ritorno generalizzato per tutti alla didattica a distanza. Donna di scuola di lungo corso, Ugolini è stata anche sottosegretaria all’Istruzione del governo Monti, dal 2011 al 2013 e oggi è coordinatrice delle scuole paritarie “Malpighi” che, tra Bologna e hinterland, contano oltre 2mila alunni, dalla scuola dell’infanzia al liceo.

Ha letto l’appello di oltre 2mila presidi di tutta Italia a Draghi per due settimane di Dad: che ne pensa?

Ho letto ma non ho firmato perché non condivido l’impostazione di questa discussione. Durante il primo lockdown ho difeso la Dad, perché era l’unico strumento che avevamo per mantenere un mini- mo di contatto con i nostri studenti. Ma ora, a quasi due anni di distanza, credo sia fondamentale riaprire le scuole e lo penso, prima ancora che da donna di scuola, da cittadina che segue le indicazioni degli esperti in materia. Come il primario di Pediatria all’ospedale di Ravenna, Federico Marchetti, convinto sostenitore della didattica in presenza.

Su cosa fonda questa convinzione?

Sul fatto che, a scuola, i bambini e i ragazzi sono in un ambiente controllato e sicuro, con la mascherina, l’igienizzazione delle mani e l’aerazione dei locali. Fuori non è così e chiudere le scuole vuol dire aumentare il rischio che gli alunni si contagino.

Anche l’anno scorso era così, eppure la Dad non è certo mancata....

Ma a differenza dell’anno scorso, oggi abbiamo tutto il personale vaccinato e il 75% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni immunizzati e anche per i più piccoli la campagna di vaccinazione sta entrando nel vivo. Il vero problema è un altro.

Cioè?

Sono i genitori non vaccinati. Soprattutto quelli dei bambini più piccoli, gli alunni della scuola dell’infanzia, che non possono essere vaccinati e portano a casa il virus. Se hanno genitori non immunizzati, è chiaro che è più facile si ammalino, contribuendo alla diffusione della pandemia. Vogliamo tenere aperte le scuole? Vacciniamoci tutti. Perché l’ostinazione ideologica dei pochi che ancora si oppongono alla vaccinazione, sta mettendo tutti in difficoltà. Anche nel mondo della scuola.

Che pensa delle nuove disposizioni del governo sulla quarantena a scuola?

Rispetto al delirio dell’anno scorso, con gli orari che cambiavano di settimana in settimana, va senz’altro molto meglio. Già oggi so di avere una trentina di ragazzi e tre insegnanti positivi al liceo e sto organizzando il rientro in presenza e sicurezza tenendo conto anche di queste situazioni. Che possono capitare ma non devono condizionare la vita dell’intera comunità scolastica. Per non avere alcune classi in Dad, lasciamo tutti a casa? Non credo sia la soluzione migliore.

Lunedì, insomma, si riparte in serenità?

Assolutamente. Le difficoltà e le fatiche ci sono, soprattutto sul versante organizzativo, ma non sono minimamente paragonabili a quelle vissute l’anno scorso. Confido che il governo tenga questa posizione e che la campagna vaccinale viaggi speditamente. Non possiamo fare pagare ai più piccoli gli errori degli adulti. Hanno già sofferto troppo. Farli ritornare nelle loro camerette davanti a uno schermo sarebbe un imperdonabile autogol.

Paolo Ferrario

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«Rispetto allo scorso anno, abbiamo il personale vaccinato e il 75% degli alunni immunizzato»

Elena Ugolini

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